Pelle seborroica: Approccio diagnostico e terapeutico

Pelle seborroica: Approccio diagnostico e terapeutico

La pelle seborroica è un tipo di pelle che caratterizza uomini e donne, nei quali la secrezione delle ghiandole sebacee è maggiore rispetto alla norma.
La nostra pelle infatti, è ricoperta da un film idrolipidico costituito da una particolare miscela di acqua e grasso che ha l’importante funzione di difendere la cute dalle aggressione esterne oltre che garantirle compattezza e morbidezza.

In questa miscela, l’acqua è rappresentata essenzialmente dal sudore e, in parte minima, da quella quantità di acqua che evapora continuamente dalla superficie cutanea; mentre la componente oleosa, denominata sebo, è fornita in gran parte dalle ghiandole sebacee e, per la restante parte, dalle cellule dello strato corneo dell’epidermide (la parte più superficiale della pelle).

Le ghiandole sebacee, situate nel derma, (strato della pelle sotto l’epidermide), sono collegate, una per una, ad un follicolo pilifero e, per mezzo di un condotto, versano il sebo nel canale del follicolo fino ad arrivare alla superficie cutanea attraverso il foro d’uscita del pelo (ostio follicolare).
Le ghiandole sebacee sono irregolarmente distribuite su tutta la pelle, eccetto sul palmo delle mani e sulla pianta dei piedi. Sono molto numerose (400-900 per centimetro quadrato) e di volume maggiore sul volto, in particolare sulla “T facciale” (fronte, naso, mento), sul cuoio capelluto, sulla scollatura e sul dorso tra le scapole.

Sono invece  numericamente scarse (50 – 100 per centimetro quadrato) e di minor volume, sul resto del corpo ed in particolare sugli arti.

E’ di tutta evidenza che la produzione di sebo di una determinata regione cutanea, è legata al numero delle ghiandole presenti in tale sede; ghiandole la cui attività è regolata da alcuni fattori, il principale dei quali è quello ormonale ed in particolare degli ormoni androgeni che sono presenti non solo negli uomini ma anche nelle donne se pur in quantità minore.
Un’aumentata produzione di sebo pertanto, la cosidetta seborrea, è la conseguenza dell’alterazione dei meccanismi legati a detti ormoni. Il più delle volte il fattore determinante è una predisposizione ereditaria/ familiare. Altri fattori secondari, che sembrerebbero favorire la iperproduzione di sebo, sono: l’alimentazione a base di zuccheri e grassi (ma non tutti gli studiosi sono d’accordo), la temperatura esterna, lo stress, l’insonnia.

La pelle seborroica è abbastanza comune e, già ad occhio nudo, è possibile fare una diagnosi anche se è sempre meglio munirsi di una lente d’ingrandimento per osservare i dettagli: è una pelle lucida, capace di riflettere la luce in modo non gradevole.

Al tatto si apprezza un’untuosità ed un ispessimento cutaneo che rappresenta il fattore maggiormente responsabile  del colore grigiastro  tipico di questo tipo di pelle in quanto è il colore che prevale sulle altre due componenti responsabili del colorito cutaneo: il marrone della melanina ed il rosa della circolazione sottostante. E poiché il sebo arriva all’esterno attraverso l’ostio follicolare, la pelle “grassa”, si caratterizza anche per una dilatazione degli osti follicolari che aggiungono al quadro, un effetto di “pelle porosa”.
Quando sugli osti follicolari si forma un tappo di sebo e di cellule cornee, ecco che appaiono i comedoni.

Per apprezzare in modo preciso la presenza di comedoni, anche quelli che, a vista, non si vedono, si utilizza la luce di Wood (tipo ultravioletto) che mette in evidenza dei puntini luminosi che vanno dal giallo chiaro all’arancione a seconda del grado di ossidazione del sebo. Quando la pelle seborroica evolve nella sua espressione patologica, si parla di “acne” ove il contenuto dei comedoni rappresenta un ottimo terreno di crescita per i batteri presenti normalmente sulla superficie cutanea.

La pelle seborroica però, proprio per le sue caratteristiche, ha il vantaggio di invecchiare più lentamente e le piccole rughe di espressione compaiono più tardi ed evolvono meno rapidamente di quanto normalmente accade alla pelle secca.

Insomma, una buona presenza di sebo, può considerarsi il primo antirughe naturale! Ma attenzione, se questa pelle viene maltrattata anche con una cosmetica quotidiana assente o sbagliata  in termini di idratazione, può impazzire e diventare facilmente irritabile e sensibile.

Spesso infatti si sente dire: “tanto con questa pelle grassa è inutile mettere altre creme sul viso e sul corpo, rischio di peggiorare la situazione! Niente di più sbagliato!

TRATTAMENTO

Come fare per portare una pelle seborroica verso la normalizzazione e per allontanarla dall’acne?
Occorre innanzitutto prescrivere una cosmetica mirata. Se la risposta sarà insufficiente, il medico passerà all’utilizzo di farmaci veri e propri.

E’ necessario controllare che i cosmetici utilizzati non contengano sostanze comedogeniche, cioè sostanze che favoriscono la formazione di comedoni e che possono trovarsi in varie componenti cosmetiche: emulsioni, coloranti, conservanti, schermenti solari, eccipienti.

Un ruolo fondamentale è svolto dalla detersione. La pulizia della pelle è un momento estremamente delicato nell’igiene quotidiana
Contrariamente a quello che si può pensare, una pelle grassa non va sgrassata! Più energica sarà la sgrassatura più rapida ed abbondante sarà la ricomparsa del sebo!
Per non parlare poi della possibilità di procurarsi la comparsa di dermatiti reattive!

Il latte detergente formulato per pelli grasse a risciacquo, sarà un latte leggero che rispetti il pH fisiologico e l’equilibrio idrolipidico. Normalmente il pH della pelle seborroica tende ad essere alcalino invece di acido come, invece, è nella norma. Per questo potrebbe essere utile un temporaneo uso di prodotti per l’igiene cutanea a pH acido; fino a quando cioè il pHmetro non rileverà un ritorno alla normalità del valore. Non bisogna farne pertanto un uso prolungato e non bisogna utilizzarli più volte al giorno.

Sarà utile risciacquare con acqua del rubinetto, o con acqua demineralizzata, se la pelle è diventata irritabile.
Per chi usa i saponi, preferire i saponi liquidi a quelli solidi che hanno una base detergente in concentrazione minore. Si al sapone di Marsiglia. No al sapone alla glicerina.

Attenzione alle lozioni antisettiche contenenti disinfettanti. Possono essere comedogeniche o sensibilizzanti.
Le maschere d’argilla, una tantum, sono di qualche utilità per la loro azione cosidetta stringente e calmante.
Le persone abituate a strizzare foruncoli possono essere gratificate ma è necessario tener presente che lo svuotamento dei comedoni o delle microcisti, quando necessario, reclama una manualità ineccepibile.

Attualmente sono disponibili sostanze capaci di controllare i problemi di untuosità cutanea  ma trattasi di “farmacosmetici” che necessitano di  una prescrizione e una sorveglianza medica perché possono arrecare alla pelle in cura vistose irritazioni cutanee.

E la protezione? Si utilizzeranno cosmetici idratanti leggeri in soluzione acquosa, in gel, a base di proteine, glicosaminoglicani, collagene, elastina, senza presenza di grassi. E sopra, al mattino, cipria per la sua azione assorbente l’oleosità ed opacizzante. Può essere in polvere o compatta.

E la notte? Lasciare tranquilla la superficie cutanea, soprattutto nelle giovani. Non mettere niente. Se però la pelle ha bisogno di essere idratata  ripetere l’operazione del mattino, senza aggiungere ciprie, ovviamente. Se invece è presente un’irritazione: impacchi di camomilla e malva, emulsioni lenitive a base di hamamelis, bardana, aloe, alfabisabololo, azulene.

E le creme “nutrienti”? Spesso le donne dai 25 ai 30 anni cominciano a dire: alla mia età devo cominciare a “nutrire” la mia pelle: dimenticando che la pelle si protegge e si normalizza dall’esterno ma si nutre dall’interno, con l’alimentazione e che il nostro rivestimento cutaneo si mantiene sano e gradevole solo se si applicano i cosmetici giusti, senza esagerare.

Se una pelle seborroica viene super trattata, superincremata, super ingrassata infatti,  può scatenare una sindrome da intolleranza cosmetica cioè un’acne cosmetica ed in soggetti predisposti, una dermatite seborroica o una rosacea.
Ai segni visibili di una pelle seborroica, osti follicolari dilatati ed ispessimento cutaneo, spesso si possono associare i segni visibili di una pelle secca, opaca, desquamata con una secchezza dello strato corneo apprezzabile al tatto.

In questo caso trattasi di pelle così detta “asfittica”  cioè “secca sopra, grassa sotto”. Alla vista della desquamazione si potrebbe essere portati ad un’autoprescrizione di cosmetici a base grassa, per pelli secche, peggiorando notevolemnete la situazione! Cosa fare in questo caso: no all’applicazione immediata di acido retinoico o pomate cortisoniche.

Si, a impacchi di camomilla o malva o ad emulsioni lenitive con equivalenti, per diversi giorni. Si all’uso di cosmetichi idratanti leggeri sopra descritti.
La pelle seborroica non può abusare di lampade abbronzanti o di esposizioni solari. Esposizioni prolungate e ripetute portano rapidamente a un ispessimento ulteriore dello strato corneo con conseguente costituzione di tappi cornei sugli osti follicolari.

E’ l’anticamera dell’acne. Nell’eventualità di una esposizione, anche controllata, è d’obbligo apporre schermi solari.

In conclusione: una pelle seborroica oggi non è più un problema come nel passato quando,  gli inestetismi legati a questo tipo di pelle, creavano disagi non indifferenti (soprattutto ai giovani) nei rapporti interpersonali.

Oggi la cosmetica è una scienza esatta perché affonda le radici della ricerca fondamentale e clinica di istituti universitari di Dermatologia. La cosmetica attuale è capace di controllare i fenomeni inestetici della seborrea. Basta non pasticciare!

Effettuare un check-up cutaneo subito dopo la pubertà, quando cominciano i problemi, permetterà di conoscere  per tempo la propria pelle; e la propria pelle significa farsi insegnare al più presto abitudini cosmetiche da praticare tutti i giorni, come “lavarsi i denti” (anche questo è un atto cosmetico!).

E se, ad una pelle grassa cosmeticamente controllata, si aggiunge un fototipo alto con una melanina che difende bene la pelle dal sole, allora veramente la prima ruga arriva tardi.

A 60 anni se ne potranno dimostrare molti meno!